Famiglia originaria della Catalogna e stanziatasi a Francavilla di Sicilia nel 1397. Il nome “Villadicani” fu attribuito per associazione alla proprietà del castello di Villadicans, sito in Barcelona di Spagna (per approfondimenti, vedi Famiglie Nobili di Messina)
Francesco Di Paola Villadicani, Principe di Mola, Marchese di Condagusta, Barone di Lando, Pirago e Cartolano, Vescovo d’Ortosia, Cardinale Presbitero di S.R.C., Arcivescovo di Messina, Conte di Regalbuto, Barone di Bolo, Signore di Alcara, nacque a Messina il 23 febbraio 1780 da Mariano Villadicani e Donna Lucrezia Porco.
All’età di ventiquattro anni divenne cappellano della nobile Arciconfraternita di S. Basilio degli Azzurri (nella cui deputazione i Porco erano presenti da svariate generazioni), padre e confessore del Conservatorio delle Ree Pentite. Grazie alla sua indole generosa e al notevole patrimonio familiare, si prodigò per il recupero dei luoghi di culto distrutti dal terremoto del 1783, come il seminario dei chierici, e la creazione di nuovi: il Real Collegio delle Scuole Pie, il Museo pubblico, i gabinetti comunali, gli stabilimenti letterari, le scuole private, l’Accademia Peloritana di cui fu presidente perpetuo (con segretario generale Carmelo La Farina e Gaetano Grano come cassiere).
Il Museo Civico, nato nel 1806, grazie all’impegno del cardinale Villadicani e di Carmelo La Farina, accoglieva le opere d’arte dei Gesuiti già custodite presso l’Accademia Carolina e i donativi dei seguenti benefattori: abate Gregorio Cianciolo, barone Placido Arenaprimo, Cavaliere Giuseppe Carmisino e dottor Giuseppe Cacopardo. Fu collocato in Via della Rovere e, dopo la creazione dell’Ateneo universitario, fu trasferito in via Salita Università.
Il 27 gennaio 1843 Francesco Villadicani si recò a Roma per ricevere la porpora da parte del papa Gregorio XVI; fece ritorno a Messina il 18 luglio dello stesso anno, accolto dal popolo esultante. Il giorno dopo ricevette l’elogio del segretario generale della Reale Accademia Peloritana, Carmelo La Farina.
Amministratore apostolico nella persona del teatino Giuseppe Maria Papardo del Parco (per approfondimenti, vedi Famiglie Nobili di Messina), vescovo titolare di Sinope, a partire dal 1857.
Il 13 giugno 1861 si spense a Messina, all’età di 81 anni e il suo sepolcro si trova tuttora presso il Duomo di Messina.
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